Carissimi Amici Cacciatori e Amiche Cacciatrici, mi presento sono Danesin Federico; vivo a Cairo Montenotte un piccolo Comune della Provincia di Savona, sono cresciuto come Cacciatore da Lepre con i Segugi di mio Papà ma dopo le scelte gestionali scellerate della Regione Liguria ho preso un Bracco Italiano che ho chiamato Argus e ho iniziato a praticare la Caccia con il Cane da Ferma in Piemonte.
In questo articolo vi voglio portare all’attenzione le principali incongruenze che stanno saltando agli occhi di tutti:
- LE ZONE DI RITROVAMENTO DELLE CARCASSE
Gli animali affetti da PSA presentano sintomi di febbre, emorragie interne, dissenteria ecc.
Sintomi che portano alla ricerca di acqua; soprattutto nella fase finale che precede la morte. Ad oggi la maggior parte degli animali trovati positivi era a ridosso di strade dove potevano essere agevolmente scaricati all’uopo per creare la pandemia;
- IL NUMERO DI CASI IN RELAZIONE ALLA VIRULENZA E TASSO DI MORTALITA’ DELLA MALATTIA E ALLA DENSITA’ FUORI CONTROLLO DEI CINGHIALI
Riporto un estratto di un articolo di Focus del 31 Gennaio 2022 a firma di Gabriele Ferrari https://www.focus.it/ambiente/animali/cosa-succede-cinghiali-peste-suina-africana
“QUALI DANNI FA LA PSA? «La peste suina africana», ci spiega ancora Guberti, «ha un’incubazione molto breve e un decorso altrettanto rapido: le emorragie interne causate dal virus uccidono un animale in pochi giorni. Praticamente tutti gli animali infetti muoiono: la letalità della PSA è del 90%». Il virus è contagioso e molto resistente nell’ambiente, e in grado di sopravvivere per mesi al di fuori di un ospite”
Quindi il mio pensiero, condiviso dal popolo dei Cacciatori è che a pronte della densità di cinghiali che ha portato in molte zone all’abbattimento nella stagione venatoria 2021 – 2022 di 300/400 cinghiali per le squadre più capaci, a cui in Piemonte aggiungiamo gli abbattimenti effettuati in forma selettiva e quelli notturni operati dalle guardie volontarie autorizzate; abbiamo una densità elevatissima che porta al dubbio sul numero di casi che da gennaio 2022 ed oggi 9 Aprile 2022 è 88 casi positivi (55 in Piemonte e 33 in Liguria) nel lontano 2005 la pubblicazione a cura dell’IPSRA https://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/banca-dati-ungulati.pdf certificava in Liguria una densità media di 20 cinghiali per 10 kmq ed in Piemonte una densità media di 12,5 cinghiali per 10 kmq, ad oggi questa densità è sicuramente aumentata di almeno il doppio in conseguenza del progressivo abbandono del territorio che favorisce la presenza dei cinghiali. Alla luce di questi dati il mondo della Caccia si sta ponendo molti dubbi su questa “pandemia”;
- ZONA INFETTA (Art. 63 del Regolamento Delegato 2020/687) e una ZONA DI SORVEGLIANZA (O ZONA ADDIZIONALE DI SORVEGLIANZA ai sensi dell’Art. 64 e dell’Art.70 del Regolamento (UE) 2016/429 e dell’Art. 4 del Regolamento di esecuzione (UE) 2021/605)
Riporto dal MANUALE OPERATIVO PESTE SUINA Rev. 2 21 Aprile 2021 redatto a cura
dell’Ufficio 3 Sanità animale gestione operativa del Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie animali e Unità centrale di crisi Direzione Generale Sanità animale e Farmaci veterinari MINISTERO DELLA SALUTE.
Ai fini della identificazione della ZONA INFETTA si deve considerare che l’area di circolazione attiva del virus è definita dalla linea congiungente le coordinate più esterne dell’area di ritrovamento delle carcasse, alla quale si deve aggiungere una ulteriore area della larghezza di circa 6 km, che corrispondono al massimo home range annuale di un cinghiale maschio.
Schema di organizzazione della ZONA INFETTA:
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- area di circolazione attiva del virus (ACA) inclusa l’area di 6 km di larghezza che
prolunga l’area di ritrovamento delle carcasse;
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- area ad alto rischio (AR) rappresentata dalla rimanente porzione della zona ufficialmente infetta. È quella immediatamente a ridosso dell’ACA, delimitata da barriere geografiche sia naturali sia artificiali.
Schema di identificazione della ZONA INFETTA
Attorno alla ZONA INFETTA viene definita un’area di sorveglianza speciale detta ZONA DI SORVEGLIANZA (o ZONA ADDIZIONALE DI SORVEGLIANZA).
Schema di divisione interna della zona infetta da PSA nei suini selvatici (Regolamento Delegato 2020/687 e Regolamento di esecuzione (UE) 2021/605)
L’area ad alto rischio (AR) rappresentata dalla rimanente porzione della zona ufficialmente infetta. È quella immediatamente a ridosso dell’ACA, delimitata da barriere geografiche sia naturali sia artificiali; in molti punti si è andati oltre alle barriere geografiche naturali o artificiali, un chiaro esempio lo abbiamo nella zona del Comune di Pareto dove si è palesemente deviato dal corso del fiume Erro in modo da includere nella Zona di Restrizione II il Comune ed i conseguenza la Riserva di Caccia di Monteacuto fiore all’occhiello della Caccia Piemontese e rifugio dei Cacciatori Liguri vessati dalla mala gestione della Caccia in Regione, rivolta alle sole forme di Caccia agli ungulati.
Situazione PSA in Piemonte e Liguria al 03 Aprile 2022
Qui riporto la situazione descritta nel Comune di Pareto, in rosso è indicato il limite della Zona Restrizione II di cui all’immagine precedente, in azzurro il corso naturale del Fiume Erro, barriera naturale che a norma del regolamento avrebbe dovuto delimitare la Zona di Restrizione II.
Questo è un caso che balza subito agli occhi, ma andando ad analizzare il confine della Zona Restrizione II sicuramente ci saranno altri casi di confini ampliati oppure ridotti per favorire o danneggiare qualcuno.
- ESTINZIONE DELLE MISURE LEGATE ALLA PRESENZA DI INFEZIONE DA PSA E RIACQUISIZIONE DELLO STATO DI INDENNITÀ
Le misure di controllo della malattia devono essere applicate fino allo scadere di un periodo di almeno dodici mesi dalla constatazione dell’ultimo caso di PSA nei suini selvatici della zona infetta; dette misure di controllo devono comunque essere mantenute per un periodo minimo di successivi dodici mesi.
Questo paragrafo finale ci dimostra quanto l’invito delle associazioni venatorie riconosciute a partecipare ed intensificare le battute di ricerca per ridurre la zono infetta sia in realtà controproducente perché nella migliore delle ipotesi la zona rimarrà esattamente della stessa estensione per 12 mesi indipendentemente dal mancato ritrovo di carcasse infette, e nel caso peggiore nella sua ulteriore estensione. Questo continuo invito a partecipare alle battute congiuntamente a quanto ho esposto nei primi due punti dell’articolo (dubbio sulle posizioni di ritrovamento delle carcasse, numero di casi in relazione alla densità fuori controllo dei cinghiali) mi porta a dubitare che le associazioni che optano per questi inviti siano realmente dalla parte dei Cacciatori, oppure abbiano interessi affinchè la stagione venatoria 2022 – 2023 non sia aperta in Liguria e Piemonte.
Cairo Montenotte 09 Aprile 2022
Danesin Federico